Sabato 19 novembre 2016 importante doppio appuntamento per la nostra Associazione: l’inaugurazione della nuova Sede a Cuneo in Via Saluzzo 28 nello storico Palazzo della Barra di Ferro e contemporaneamente l’inaugurazione della Mostra
Fotografica “LO SGUARDO DI LEONILDA” .
La Sede, oltre a servire all’Associazione come spazio per le riunioni sarà destinata ad esposizioni, momenti musicali, incontri, conferenze, ecc. Potrà essere utilizzata, su richiesta, da
altre Associazioni Culturali e da singoli Artisti.
La prestigiosa Mostra su Leonilda Prato è stata gentilmente concessa a Progetto HAR dall’Istituto Storico della Resistenza e della Società Contemporanea in Provincia di Cuneo.
La Mostra era già stata presentata al Museo Civico di Cuneo nel 2003, esattamente il 19 novembre di 13 anni fa.
Nata con finalità didattiche, è costituita da riproduzioni fotografiche realizzate con pannelli mobili, su progetto dello Studio Blua.
In questa edizione della Mostra, curata da Ober Bondi, sono inoltre esposte trenta fotografie, in parte inedite, stampate da negativi originali in occasione di un’esposizione avvenuta in
Svizzera alcuni anni fa.
Ci interessa segnalare anche il risvolto didattico dell’evento, come è nei fondamenti costitutivi della nostra Associazione. Alla Mostra potranno accedere le scolaresche che ne faranno
richiesta.
La Mostra rimarrà esposta nei locali della Sede di Progetto HAR in Via Saluzzo 28 dal 19 novembre 2016 fino al 18 dicembre 2017 con il seguente orario:
giovedì, venerdì, sabato e domenica dalle 16.00 alle 19.00.
Programma:
ore 17.30 Inaugurazione della Sede e della Mostra “LO SGUARDO DI LEONILDA”.
ore 18.00 appuntamento musicale con il QuHARtetto :
Sara Bondi flauto - Andrea Sarotto clarinetto
Maria Becchis violoncello – Giovanni Damiano pianoforte
Leonilda Prato è nata a Pamparato, nel 1875, figlia di una tessitrice e di un calzolaio.
A 21 anni, sposa Leopoldo, suo compaesano, di buona famiglia, colto, bello e inquieto, che fa il musicista ambulante.
A piedi, per le strade del Piemonte, della Lombardia, della Svizzera e della Liguria Leonilda e Leopoldo vanno in giro a suonare. Lui suona la fisarmonica e lei la chitarra e il
andolino.
Hanno quattro figli allevati, a causa delle lunghe assenze dei genitori, dalla nonna paterna e dallo zio diacono.
In svizzera Leonilda scopre la fotografia. Impara, da un fotografo, la tecnica, si procura l’attrezzatura e diventa fotografa ambulante.
Durante la sua vita, (morirà nel 1958 in completa povertà), si è reinventata mille volte, mille volte è tornata e ripartita, e ancora altrettante volte ha ricominciato da capo, con tenacia,
intuito,
immaginazione, coraggio. Non ha mai smesso di fotografare.
Lo fa per la gente della sua terra. Grazie a lei, i ritratti fotografici entreranno nelle case di tutti coloro che vorranno averne uno. Sono scattati nelle aie, nei cortili, all’aperto, in un
prato. Come
sfondo usa un telo damascato, una coperta, un lenzuolo.
Leonilda ha gli occhi giusti per raccontare ciò che le parole non bastano a dire.
Il materiale di cui oggi si dispone è stato donato dal nipote di Leonilda, Mauro Uberti, all’Istituto Storico della Resistenza e della Società Contemporanea in Provincia di Cuneo.
L’archivio comprende centinaia di lastre in vetro, stampe originali, negativi e due apparecchi fotografici di grande formato Folding View Camera.
Dopo un esame e un parziale recupero delle lastre sono state recuperate quasi 3000 fotografie di enorme interesse storico e con contenuti di grande bellezza e importanza.
Ritratti, pose, sguardi, contadini vestiti con l’abito buono, piccoli notabili di paese, militari in divisa, giovani raccolti per le feste di leva, gruppi di vicini di casa, anziane coppie,
bambini.
Pochi i paesaggi. La fotografia di Leonilda è essenzialmente un lavoro di ritratto.